I miracoli della Beata Vergine dell’Edera

I miracoli della Beata Vergine dell’Edera

Giuseppe Sovrani segretario della Compagnia della B.V. dell’Edera riporta, in documenti ritrovati in archivio parrocchiale, i miracoli operati dalla Madonna dal 1784 al 1790. In quel periodo la B.V. dispensò numerose grazie e miracoli.

Il primo miracolo fu nella persona di Luca Tubertini da Budrio che colpito dalla febbre e da altri malori si raccomandò alla B.V. di vero cuore: restò risanato ed in memoria fece fare una tavoletta di legno e la fece appendere al nicchio della Madonna, nella quale è dipinta l’Immagine B.V. nell’albero, ed egli da un lato supplicante.

Alla vista di questo miracolo si cominciò il concorso delle genti da tutte le parti e si vide in poco tempo quel nicchio tutto coperto di voti e di candele.

Nel principio di Novembre dell’anno 1784 vi erano li seguenti doni: Due pitture con cornici di latta con vari Agnus Dei e Reliquari e nove candele.

Nei due mesi di Novembre e Dicembre furono offerte 70 candele con vari Agnus Dei, Reliquari, Brevi e una Corona Turchina con un cuore d’ argento, ed un’altra Corona di vetro dorato. Nella cassetta dello sgabello si raccolsero 46,20 scudi; con essi si realizzò una lampada ad olio sempre accesa. La sig.ra Maria Francesca Ghelli, e la sig.ra Giustina Alessandri donarono un anello d’argento con tre luci: due bianche e una rossa.

L’11 maggio fu donato un anello d’argento con sette luci: sei bianche e una rossa.

Il 18 maggio Don Francesco Verardini fece fare una siepe di spini cervini che circondava l’albero perché i devoti non rovinassero il ledro che avevano cominciato a scortecciare perché da esso veniva un certo “umore odoroso” che se ne servivano per ungere i mali.

Nell’Ottobre del 1785 il miracolato fu un bambino di 4 anni di nome Angelo, figlio di Domenico Franceschini e di Maria Stignani, che non camminava essendo storpio dai piedi e privo di forze.

I genitori lo condussero a questa Immagine tre sabati consecutivi, ma la B.V. che voleva si raccomandassero a Lei di vero cuore non gli fece grazia subito. Passati due o tre mesi i genitori dissero: “Angiolino tu sei stato tante volte alla B.V. della Ledra, ti ha mai detto di tornare?” Il fanciullo rispose: “Ella mi disse che io andassi da lei con due bastoni”.

Il padre fece due crucette e le diede al figlio, il fanciullo le prese e cominciò ad andare da sé. Lo condussero di nuovo alla B.V. e cominciò ad andare senza le crocette, le quali furono lasciate in dono alla B.V.

Il padre fece fare una tavoletta in memoria del Miracolo, nella quale vi era dipinta la B.V. dal lato destro e dal sinistro la madre che conduce Angiolino per mano.

Nello stesso anno uno della famiglia Fortùzzi essendo gravemente infermo si raccomandò alla B.V. e restò sano ed in memoria della grazia fece fare una tavoletta nella quale si vede lui giacente in letto.

Il Rev.mo Sig. Don Sebastiano Benassi Curato di Vigorso non ci vedeva più: raccomandandosi a questa B.V. riebbe la vista.

Molti altri miracoli e grazie operò la Madonna che per brevità si tralasciano.

Si cominciò a dire il rosario il sabato sera verso l’Ave Maria e si continuò per vari anni con concorso di molto popolo al principio, che a poco a poco andò scemando tanto che bisognò cessare nel 1790 per ragioni della così detta Gironda.

Il 16 Agosto 1789 si celebrò per la prima volta la festa solenne della B.V. della Ledra.  Don Francesco Verardini Prendiparte Arciprete e Vicario Foraneo della Pieve benedisse la Santa Immagine nella Sacrestia alle ore 18 del 15 Agosto, dopo la si collocò nell’Altare e stette esposta tutto il giorno 16. Alla mattina si celebrano, a partire dalle ore 6, n° 7 S. Messe con la cantata a 2 voci, con trombe da Tiro e bassi e accompagnamenti con chiavetta.

Nel dopo pranzo si canto vespro e dopo si fece la processione con la Santa Immagine, per la strada maestra sino alla sua Residenza dove si diede al popolo la santa benedizione; indi si tornò indietro per la stessa strada al rullo dei tamburini: e allo sparo dei mortaretti, e si faceva eco con il suono dei corni da caccia dai balconi e dalle finestre.

Alla Chiesa della Pieve si diede di nuovo la benedizione nella piazza e poi la si portò dentro in Chiesa e stette esposta sino al Ave Maria.