Basta, me ne vado!
La delusione è la fine delle speranze che abbiamo nutrito e la tristezza della nostra vita ne è il segno inequivocabile.
Questa domenica, la liturgia ci presenta i discepoli delusi: Gesù il Nazareno è stato crocifisso, è morto e la pietra tombale è stata rotolata. Il Vangelo ce li presenta mentre conversano e discutono, come quando si litiga e dove lo scopo della discussione è lo sfogo, piuttosto che il tentativo di arrivare a una soluzione.
Si allontanano da Gerusalemme, luogo della comunità, degli eventi fondamentali della loro vita, per andare verso una meta imprecisata perché al tempo di Gesù non c’era un villaggio chiamato Emmaus.
Possiamo certamente pensare che andare verso Emmaus significhi tornare indietro, forse al villaggio di provenienza, o il luogo dove Gesù li ha chiamati, un tentativo di tornare alla loro vita passata.
Volendo fare il pignolo nell’Antico Testamento troviamo un villaggio di nome Emmaus (Primo libro dei Maccabei 4,8 a proposito della vittoria di Giuda Maccabeo sui pagani) che evoca un luogo in cui Dio, si è manifestato potente e vittorioso, e tornare a Emmaus vuole richiamare l’immagine di un Dio vittorioso a cui i due discepoli sono rimasti legati… e forse anche noi tendiamo a voler isolare in una relazione solo i momenti belli, gioiosi, ma ogni relazione è fatta anche di fallimento, sconforto e conflitto.
Gesù però si mette con pazienza a camminare accanto: è questo il senso del cammino spirituale Dio vuole aprirci gli occhi. All’inizio gli occhi dei discepoli non riescono a vedere Dio nella loro vita, ma dopo quel cammino, i loro occhi si aprono.
Gesù spiega le Scritture, fa vedere una storia d’amore, lungo la quale Dio ha camminato con il suo popolo e il cuore comincia a scaldarsi, si accende, si scioglie, avverte la presenza di Dio, trasformano quel senso di abbandono in preghiera, chiedono allo straniero di fermarsi con loro, perché si fa sera.
Nel gesto del pane spezzato, i discepoli riconoscono Gesù riconoscono il gesto nel quale si sono sentiti amati, si aprono gli occhi vedono che Dio non li ha mai abbandonati.
Il segno della parola spiegata, il segno del pane spezzato: sono i segni dell’amore e della presenza dove sempre possiamo sentire la presenza di Dio accanto a noi.
Luca ci riferisce il nome di uno solo dei due discepoli, Cleopa, forse l’assenza del nome permette a ciascuno di noi di prendere quel posto: su quella strada da Gerusalemme a Emmaus ci sono io, con la mia delusione, le mie idee rigide, la mia rabbia.
Tutti siamo sempre in cammino su quella strada, anche noi abbiamo una sorta di abbonamento spirituale sulla tratta Gerusalemme-Emmaus-Gerusalemme!
Siamo viandanti, a volte pellegrini, a volte fuggiaschi, ma sempre il Signore ci raggiunge e ci fa sentire la sua presenza.
Chiediamoci allora: Come affronto i momenti di delusione nella mia vita? Se la mia vita spirituale fosse come la strada da Gerusalemme a Emmaus, dove sarei in questo momento?