Oltre a me, non c’è spazio per nessuno!
Pr 8,22-31 Sal 8 Rm 5,1-5 Gv 16,12-15
In questo mondo “iperconnesso” pieno di App, Social, ecc. emerge in modo preoccupante il tema della solitudine. Solitudine che è soprattutto una questione d’amore: siamo sempre più soli perché sempre meno disposti ad amare. L’amore infatti ci chiede di uscire da noi, di riconoscere che non siamo i soli, che c’è anche un altro con le sue esigenze, le sue domande.
L’amore ci chiede di non pensare di partire sempre da noi stessi, convinti di bastare a noi stessi.
Non ci può essere relazione o amore vero quando il mio interesse, diventa criterio di ogni scelta: l’amore invece è comunione che ci espropria, dove il “mio io”, deve imparare a fare spazio a “un tu” per diventare “un noi”.
“l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”, ci dice S. Paolo, ma forse non ce ne siamo accorti o peggio ancora, preferiamo non pensarci, forse perché l’amore ha a che fare anche con la tribolazione, la sofferenza, la fatica.
Ma “la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.” L’amore “maturo” si radica soprattutto nella pazienza del quotidiano, nella sopportazione del vivere l’ordinario. È l’amore feriale, che ci fa crescere nella virtù, ci fa diventare santi e ci permette di non perdere la speranza, e se stiamo amando… certamente la vita non ci apparirà inutile o priva di senso.
L’amore poi chiede rispetto, necessita dei propri tempi, perché l’altro, non sempre è pronto a portare il peso di quello che vogliamo condividere; ed è anche quello che capita ai discepoli di Gesù “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”.
La storia deve fare il suo cammino.
Ecco allora che celebrare la Trinità, è contemplare e cercare di essere sempre più immagine dell’Amore vero che nasce dalla comunione tra il Padre e il Figlio e oggi donata nei nostri cuori. Se l’Amore non abitasse in noi non saremmo capaci di amare. Amore concreto, fatto di comunione, dove non c’è spazio per la competizione, la rivalsa o l’invidia, perché l’amore se è tale si dona, è eccedenza, non è sterile reciprocità. L’amore è lo Spirito che abita in noi.
L’amore tra il Padre e il Figlio è donato ad ogni creatura attraverso lo Spirito, e noi cristiani ne siamo resi partecipi, ma anche ne diventiamo testimoni con le nostre scelte di vita.
Chiediamoci allora: Che cosa mi impedisce di crescere nell’amore? Faccio spazio all’amore di Dio nella mia vita?